Intesa San Paolo apre la possibilità ai lavoratori italiani di utilizzare il modello della settimana corta per aumentare la produttività.
Non è solo una questione di produttività all’interno dell’azienda ma anche di benessere psicofisico per tutti i lavoratori italiani. Intesa San Paolo fa da apripista per introdurre la settimana corta anche in Italia. All’estero è ormai una consolidata, soprattutto in Islanda che si aggiudica il primo posto per aver utilizzato questa struttura lavorativa già molti anni fa.
“Un’ora in più al giorno ma per soli quattro giorni”. Intesa San Paolo fa da apripista per introdurre anche in Italia la cosiddetta “settimana corta”, già affermata nel Nord Europa. Effettivamente, gli studi hanno dimostrato che lavorare meno incrementa la produttività, così la banca propone agli italiani di lavorare un’ora in più ogni giorno per stare a casa una giornata in più. Ma soprattutto, gli stipendi restano invariati!
“Solo quattro giorni a settimana”
All’estero è già un meccanismo consolidato, ma in Italia siamo ancora all’inizio di questo nuovo metodo di lavoro. Ad introdurre la possibilità di coalizzarsi al resto d’Europa è la Banca Intesa San Paolo: si lavorerà quattro giorni alla settimana invece che cinque, mantenendo le stesse 36 ore settimanali. Si lavorerà quindi nove ore al giorno ma fino al giovedì.
Inoltre, la banca italiana ha deciso di introdurre nuove regole per lo smart working, per cui i dipendenti potranno decidere di farlo per un massimo di 120 giorni all’anno senza limiti mensili, e ricevendo un buono pasto giornaliero da 3 euro.
All’estero
Nel Regno Unito la settimana corta è un meccanismo introdotto già da giugno, e ad aderire ad esso sono state già 73, per un totale di circa 3.300 dipendenti coinvolti. Gli studi hanno dimostrato che la settimana lavorativa di quattro giorni ha migliorato la salute fisica e mentale, l’equilibrio tra lavoro e vita privata e anche i ricavi delle aziende, migliorati grazie a una riduzione di assenteismo e dimissioni.
Anche Spagna e Belgio sono sulla stessa lunghezza d’onda sull’inizio della settimana corta per i dipendenti delle aziende. Ma è l’Islanda a vincere su tutti, utilizzando questa struttura lavorativa ormai dal 2015, con la partecipazione di circa 2.500 persone. Il risultato? Una notevole diminuzione di stress e burnout per i lavoratori.